Discover Eva Cassidy!
I piedi scivolano sulla strada ancora bagnata lasciando orme che ancora suonano questa deliziosa ballata folk di Eva Cassidy.
Non sono più abituata a tutte queste macchine.. mi disturbano e mi distraggono. Venezia suona di passi.. di quelli degli altri che si mescolano ai miei, fino a confonderli.. qui invece non riesco a distinguere i suoni.. sono tutti rumori slegati
Mi rifugio in un bar per un caffè o forse per fuggire la frenesia degli altri.
E' strano come, davanti ad un vetro, uno si ritrovi a guardarne il riflesso che dà dietro alle spalle: la guardo mentre prepara i caffé macchiati in tazza grande e serve brioches calde alla crema cotta.
Chissà perché, con la strada che scorre davanti a me, io sbircio quello che accade dove gli occhi non arrivano.. a disegnare il contorno di ombre sfumate appoggiate al bancone.
Decido di fare il giro per il centro, dove le auto sono poche e si riesce ancora a sentire quell'accarezzarsi ruvido delle giacche con le ventiquattro ore in pelle.
Mi ritrovo seduta accanto al fiume.. sembra che ormai mi senta a casa solo qui: cerco acqua che scorra sotto ai piedi e che si porti via la voce roca di Tom Waits.
Mi dimentico dell'orologio.. alle 9 mi aspettano là! ..ma mancano ancora cinque minuti.
Devo sistemarmi i capelli e ordinare i pensieri.. si fa così agli appuntamenti, credo.
I capelli devono essere sempre ordinati, ripeteva continuamente mia nonna... i miei invece sono sempre strampalati e sfuggono a quel bastoncino di legno che spunta da dietro.. mi piace pensare che lui sia lì per catturare tutto quello che si avvicina ai pensieri e per qualche motivo non arriva a contatto con la pelle.. se ne sta a qualche centimetro di distanza, inconsapevole che quel bastoncino è lì solo per infilzarlo e portarlo giù, insieme agli altri.. vagabondi in terra straniera.
Devo aver catturato un pensiero che non mi appartiene perché continuo a guardarmi i pantaloni pensando che avrei potuto mettere gli altri.. che non è bello presentarsi con i jeans strappati sotto..
quel bastoncino ha catturato il pensiero sbagliato.. qui le mani si accocolano dentro alle tasche proprio come piace a me!
Penso che questi cinque minuti non passano mai.. a volte il tempo sembra impigliarsi come un dito nella ragnatela.. se ne stacca, sì.. ma ti restano i fili tutti attorno.. fili invisibili. Questi cinque minuti sono lì, preda facile.
Penso che vorrei che oggi fosse domani.. o forse che domani fosse oggi..
mi ritrovo anch'io impigliata tra i fili del tempo e mi sembra che, ora, i miei passi siano più leggeri.. non vedo più i contorni bagnati, non sento l'umidità né quel fruscio sotto ai piedi..
Suono il campanello e mi ritrovo già su..
Ho dimenticato di sistemare i capelli! ..ma non credo che a mia nonna, in fondo, dispiacerà!
(grazie a Radha per lo spunto del suo "passo a due" e delle foto ai piedi in movimento! ..ora ne ho pieno il computer!ah!pensa ti!)
Non sono più abituata a tutte queste macchine.. mi disturbano e mi distraggono. Venezia suona di passi.. di quelli degli altri che si mescolano ai miei, fino a confonderli.. qui invece non riesco a distinguere i suoni.. sono tutti rumori slegati
Mi rifugio in un bar per un caffè o forse per fuggire la frenesia degli altri.
E' strano come, davanti ad un vetro, uno si ritrovi a guardarne il riflesso che dà dietro alle spalle: la guardo mentre prepara i caffé macchiati in tazza grande e serve brioches calde alla crema cotta.
Chissà perché, con la strada che scorre davanti a me, io sbircio quello che accade dove gli occhi non arrivano.. a disegnare il contorno di ombre sfumate appoggiate al bancone.
Decido di fare il giro per il centro, dove le auto sono poche e si riesce ancora a sentire quell'accarezzarsi ruvido delle giacche con le ventiquattro ore in pelle.
Mi ritrovo seduta accanto al fiume.. sembra che ormai mi senta a casa solo qui: cerco acqua che scorra sotto ai piedi e che si porti via la voce roca di Tom Waits.
Mi dimentico dell'orologio.. alle 9 mi aspettano là! ..ma mancano ancora cinque minuti.
Devo sistemarmi i capelli e ordinare i pensieri.. si fa così agli appuntamenti, credo.
I capelli devono essere sempre ordinati, ripeteva continuamente mia nonna... i miei invece sono sempre strampalati e sfuggono a quel bastoncino di legno che spunta da dietro.. mi piace pensare che lui sia lì per catturare tutto quello che si avvicina ai pensieri e per qualche motivo non arriva a contatto con la pelle.. se ne sta a qualche centimetro di distanza, inconsapevole che quel bastoncino è lì solo per infilzarlo e portarlo giù, insieme agli altri.. vagabondi in terra straniera.
Devo aver catturato un pensiero che non mi appartiene perché continuo a guardarmi i pantaloni pensando che avrei potuto mettere gli altri.. che non è bello presentarsi con i jeans strappati sotto..
quel bastoncino ha catturato il pensiero sbagliato.. qui le mani si accocolano dentro alle tasche proprio come piace a me!
Penso che questi cinque minuti non passano mai.. a volte il tempo sembra impigliarsi come un dito nella ragnatela.. se ne stacca, sì.. ma ti restano i fili tutti attorno.. fili invisibili. Questi cinque minuti sono lì, preda facile.
Penso che vorrei che oggi fosse domani.. o forse che domani fosse oggi..
mi ritrovo anch'io impigliata tra i fili del tempo e mi sembra che, ora, i miei passi siano più leggeri.. non vedo più i contorni bagnati, non sento l'umidità né quel fruscio sotto ai piedi..
Suono il campanello e mi ritrovo già su..
Ho dimenticato di sistemare i capelli! ..ma non credo che a mia nonna, in fondo, dispiacerà!
(grazie a Radha per lo spunto del suo "passo a due" e delle foto ai piedi in movimento! ..ora ne ho pieno il computer!ah!pensa ti!)